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Vento e fiamma

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view post Posted on 16/3/2012, 15:00
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Fabrizia

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Vento e fiamma

Questa mattina ero calmo.
Passeggiavo nel prato. Sfioravo le foglie. Spargevo il profumo dei fiori. Facevo vibrare i fili di una ragnatela. Accarezzavo il pelo di un gatto nero inseguito da un cane. Solleticavo il naso di un vecchio signore facendolo starnutire.
Il cielo era azzurro. Non c’era neanche una nuvola.
Mi sono intrufolato in casa da una finestra. Tu eri sdraiata nella cenere del camino. Quando sono arrivato ti sei accesa di un caldo rossore. Eri di brace.
Sono uscito dalla porta di fronte e ho rinfrescato l’ombra sotto gli alberi arrivando fino all’acqua del lago. Una vela, prima immobile, ha avuto un fremito al mio passaggio.
Ma non trovavo pace e ho cominciato ad agitarmi.
Mi sono messo a correre e a fare dispetti.
Sollevavo la polvere da terra. Strappavo le foglie dagli alberi portandole in giro prima di farle cadere a terra. Piegavo i gambi dei fiori e delle piccole piante. Facevo increspare l’acqua del lago. La vela tesa e sostenuta correva sull’acqua.
Piccole nuvole bianche si inseguivano leggere nel cielo.
Ho agitato le tende della finestra. Ho fatto volare nel camino un giornale che era sul tavolo. Quando la carta ti ha coperto sembrava che ti fossi spenta ma poi con ardore improvviso ti sei fatta di fiamma.
Intanto in me l’agitazione cresceva sempre di più.
Facevo girare la polvere in mulinelli. Spettinavo le persone che incontravo. Rubavo il berretto ai bambini. Sollevavo onde irrequiete nel lago facendole sbattere contro la riva. La vela a tratti saltava sull’acqua.
Il cielo pian piano si riempiva di nuvole bianche che coprivano il sole.
In casa porte e finestre sbattevano. Sei uscita dal camino e, appoggiandoti a una sedia, ti sei attaccata al tavolo, ardente.
Poi ho cominciato ad arrabbiarmi davvero.
Soffiavo forte la polvere negli occhi delle persone. Le tiravo e strattonavo. Piegavo fino a terra i cespugli. Facevo ondeggiare i rami degli alberi. Alzavo le onde del lago in bianca schiuma. A tratti non vedevo più la vela che si sforzava di raggiungere la riva.
Il cielo diventava grigio con nuvole più scure che si addensavano minacciose.
Tu hai cominciato a correre per la casa, afferrando i mobili, aggrappandoti alle tende, bruciando con passione.
Più il tempo passava e più l’ira dentro di me si gonfiava ed esplodeva.
Spingevo persone e animali a nascondersi e ripararsi. Staccavo rami secchi e li sbattevo dove capitava. Strappavo e scagliavo all’intorno tutto quello che potevo. Sibilavo e fischiavo tra gli alberi. Spruzzavo l’acqua del lago a metri dalla riva. Ho sbattuto la vela contro il molo spezzando la barca.
Il cielo era diventato nero, cupo. Ogni tanto il bagliore di un lampo rischiarava l’oscurità. Il tuono brontolava lontano.
Tu sei uscita dalla finestra afferrandoti al ramo di un albero vicino con lingue di fuoco. Lo hai divorato in un attimo e sei passata all’albero accanto.
Ormai ero fuori di me.
Facevo fuggire le persone, spaventate. Muggivo e ringhiavo. Abbattevo gli alberi. Squassavo il lago.
Il cielo era nero e denso come matasse di lana scura. Fulmini saettanti cadevano con uno schianto e subito i tuoni rimbombavano paurosi.
Grosse gocce di pioggia hanno cominciato a cadere mentre tu ti aggiravi per il bosco abbracciando ogni albero che incontravi, danzando indifferente all’acqua che ti cadeva addosso.
Ho fatto crollare la casa ormai carbonizzata spargendo le tue scintille ancora più lontano. Il bosco ardeva. Anche la vela bruciava e presto non ne è rimasto più nulla.
Io ero come impazzito.
Infuriavo tra l’acqua e il fuoco cercando di distruggere quanto più potevo.
Il cielo era arso di lampi. Il bosco era rosso di fuoco. Tu divampavi impavida.
Insieme abbiamo distrutto tutto, la casa, il bosco, gli animali rimasti intrappolati.
Un rogo immenso, potente, imperioso, appagante.
Solo quando non è rimasto più niente da bruciare e da distruggere tu ti sei spenta e la mia rabbia finalmente si è placata.
Con le ultime folate mi sono aggirato fra la cenere a contemplare il mio operato mentre il cielo pian piano rischiarava.


 
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